LA SCIENZA DA DANTE AI GIORNI NOSTRI – LECTIO DEL PROF. LUCIANO PEDERZOLI – 16 e 23 FEBBRAIO e 9 MARZO ORE 18 – MUSEO CASA DI DANTE
Dalla presentazione del Prof. Luciano Pederzoli
“In un passo giustamente famoso della DIVINA COMMEDIA (Inferno – Canto XXVI – Ulisse), Dante prega Virgilio di far avvicinare a lui la fiamma biforcuta, perché ne ha grande desiderio. Il Poeta sa bene che la lingua di fuoco più alta è quella di Ulisse, e infatti quella è l’unica a parlare. Ulisse riscuote l’ammirazione e il rispetto di Dante quale ideale umano, come si deduce dal fatto che il Fiorentino ha grande desiderio di parlare con lui. Infatti, pur condannandolo formalmente alla dannazione, in sei versi emotivamente coinvolgenti
«… d’i nostri sensi ch’è del rimanente
non vogliate negar l’esperïenza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza».
introduce un ideale e due parole-chiave (esperienza e conoscenza) le quali, insieme al verso finale:
«… infin che ’l mar fu sovra noi richiuso».
definiscono un programma di vita: “Voglio conoscere tutto il possibile e per questo devo sperimentare, costi quel che costi”.
Con altre parole, ma con il medesimo senso, queste sono le affermazioni che definiscono il “metodo galileiano” che sta alla base della scienza moderna e al quale tutti ormai si rifanno e purtroppo pochi si attengono.
Ebbene, ai giorni nostri i progressi tecnologici e la libertà di pensiero conquistati ci consentono di affrontare lo studio scientifico di molte prerogative che ai tempi di Dante erano considerate normale dote di santi ed asceti, scoprendo non solo che effettivamente esistono, ma anche che si possono studiare e padroneggiare.
Questo ciclo di conferenze è dedicato all’illustrazione di alcune di tali conquiste dell’umana conoscenza, conseguite – forse non casualmente – proprio qui a Firenze.”